Il Primo Rinascimento. Seconda parte
Il Quattrocento
Corso di Storia dell’Arte – prof.ssa Simona Cursale
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Il primo Rinascimento
I protagonisti
GENTILE DA FABRIANO
(1370-1427)
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Nel dipingere aveva avuto
la mano simile al nome
Michelangelo Buonarroti
VITA E FORMAZIONE
Gentile da Fabriano nasce a Fabriano, in provincia di Ancona, e la sua formazione avviene probabilmente nell’ambiente lombardo veneto. Da qui il contatto con la cultura del Gotico Internazionale. Lavora in molte corti italiane influenzando molti artisti con il suo stile raffinato, fino al Quattrocento inoltrato, nonostante le prime esperienza rinascimentali.
La morte lo coglie improvvisamente mentre stava deconrando la Basilica di San Giovanni in Laterano.
STILE
Tra i più importanti esponenti del Gotico internazionale, incarnò nel suo secolo la tipica figura dell'artista itinerante, che preferiva spostarsi per trovare le più svariate occasioni di lavoro offerte dalle corti piuttosto che stanziarsi a bottega.
La sua pittura poetica e fiabesca, il gusto per la linea e un uso impareggiabile degli elementi decorativi lo portarono al vertice della scuola italiana dell'epoca, ricevendo commissioni di grandissimo prestigio.
Con la visita a Firenze entrò in dialogo con il nascente umanesimo nell'arte e, pur senza rinunciare al proprio stile, iniziò una consapevole transizione tra il decorativismo tardogotico e l'essenzialità rinascimentale.
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ADORAZINE DEI MAGI
1423
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LO STILE
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LE LUNETTE
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LA SCENA CENTRALE
BEATO ANGELICO
(1400-1450)
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VITA E FORMAZIONE
Guido di PIero nasce nei pressi di Firenze alla fine del Trecento.
Nel 1417 risulta membro della Compagnia di San Niccolò del Carmine.
1423 un documento lo identifica come “Frate Giovanni de’ frati di San Domenico a Fiesole, dove lavora per oltre trent’anni, da cui si allontana per andare a lavorare a Cortona, Roma e Orvieto.
dal 1439 al 1445 il Beato Angelico si trasferisce a Firenze al convento di San Marco, per affrescare il nuovo monastero ristrutturato da Michelozzo grazie al contributo di Cosimo de’ Medici.
Il lavoro a Roma è purtroppo andato perduto.
Mentre la sua permanenza a Orvieto è testimoniata dagli affreschi di due vele nella volta della Cappella di san Brizio del Duomo.
Il 18 febbraio 1455 muore a Roma. Viene seppellito nella chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva.
STILE
Contemplare e donare agli altri ciò che si è contemplato. L’Angelico incarna le parole di San Tommaso con le quali sintetizza il carisma domenicano. Nella sua pittura unisce il gusto dello stile Tardogotico con le novità rinascimentali arrivando a concepire una pittura incredibilmente moderna.
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Non lodatemi perchè sono stato un grande artista, come Apelle, lodatemi invece perchè tutto ciò che ho posseduto, o Cristo, l’ho dato ai tuoi.
Alcune mie opere in terra, altre in cielo.
Vide nascere me, Giovanni, la città che è il Fiore dell’Etruria.
Epitaffio sulla tomba del Beato Angelico
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GLI AFFRESCHI
DI SAN MARCO A FIRENZE
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GLI AFFRESCHI
DI SAN MARCO A FIRENZE
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AFFRESCHI
DEL CHIOSTRO
SAN DOMENICO IN ADORAZIONE DEL CROCIFISSO
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AFFRESCHI
DEL DORMITORIO
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AFFRESCHI
DEL DORMITORIO
MADONNA DELLE OMBRE
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AFFRESCHI
DELLE CELLE
ANNUNCIAZIONE
NOLI ME TANGERE
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AFFRESCHI
DELLE CELLE
CRISTO DERISO
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CURIOSITà
L’attibuto di Angelico viene dal popolo che subito, comprendendo la sua lezione, iniziò a chiamarlo così.
Nel 1469 il documento che lo attesta come angelicus pictor accompagnato poi dall’appellativo beato.
Nel 1982 Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato e due anni dopo patrono celeste e modello concreto per gli artisti contmeporanei.
Convento dei frati domenicani a Fiesoledei
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Lo Spirito Santo è raffigurato nel fascio di luce che attraversa l’opera passando per il giardino dell’Eden per avvicinarsi a Maria sotto forma di colomba
ANNUNCIAZIONE, Annunciazione, 1449
tempera su tavola. Museo del Prado, Madrid
Al centro del portico classico c’è il bassorilievo con Dio Padre. Nei sottarchi è dipinto un cielo azzurro e stellato, ricorda i giorni della creazione
La porta aperta sul fondo della stanza fa riferimento a Maria “porta del cielo”
A sinistra è rappresentato il giardino dell’Eden con la cacciata dei progenitori, Adamo ed Eva. L’incarnazione avviene, infatti, per liberare l’uomo dal peccato originale.
Maria è seduta, con il libro aperto sulle ginocchia e le braccia incrociate sul petto in segno di umile risposta all’annuncio dell’angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore”. La Vergine è vestita con il caratteristico abito rosso e il mantello blu che lascia intravedere la fodera verde, simbolo della Speranza che entra nel mondo.
PAOLO UCCELLO
(1397-1475)
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VITA E FORMAZIONE
Paolo di Dono, detto Paolo Uccello, scelse questo soprannome con cui si firmerà, forse a causa della sua passione per gli animali che amava disegnare e dipingere.
Vasari, nelle sue Vite, lo definisce un artista “solitario, strano, malinconico e povero”, eccentrico tanto da giudicarlo un cattivo pittore, preso dal virtuosismo prospettico che lo distraeva dal far bene le figure.
STILE
Contemplare e donare agli altri ciò che si è contemplato. L’Angelico incarna le parole di San Tommaso con le quali sintetizza il carisma domenicano. Nella sua pittura unisce il gusto dello stile Tardogotico con le novità rinascimentali arrivando a concepire una pittura incredibilmente moderna.
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Paolo Uccello, Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini, 1438, tecnica mista su tavola. Londra, National Gallery
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Paolo Uccello, Disarcionamento di Bernardino della Ciarda, 1438, tecnica mista su tavola. Firenze, Galleria degli Uffizi
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Paolo Uccello, Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo, 1438, tecnica mista su tavola. Parigi, Museo del Louvre
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MONUMENTO EQUESTRE
A GIOVANNI ACUTO
.
INTERPRETAZIONE
CARLO CRIVELLI
(1435-1495)
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VITA E FORMAZIONE
Veneziano di origine (il fratello è l’artista Vittore Crivelli) ha una formazione a Padova dove acquisisce le influenze di Donatello.
Lavora soprattutto nelle Marche ed è allievo della bottega dei Vivarini, dove viene introdotto alla scuola di Francesco Squarcione.
Di temperamento istintivo, viene condannato 6 mesi per aver segregato una donna di cui era innamorato, Tarsia.
Trascorre un periodo a Zara con lo Squarcione, dove prende anche la residenza.
1468 firma il Polittico di Massa fermana.
1469 è in Ascoli e subito entra in conflitto con un cittadino.
1473 Polittico di Sant’Emidio. Per il Duomo di Ascoli Piceno.
Si sposa con Iolanda da cui ha due figli, mentre un altro lo adottano.
1486 accoglie le nuove novità stilistiche, tra cui la nuova struttura a pala d’altare, come è il caso dell’ Annunciazione di Ascoli Piceno.
1490 riceve il titolo di miles da Ferdinando d’Aragona, futuro re di Napoli, in continuo conflitto con lo Stato Pontificio, forse fu più un atto politico.
Muore nel 1495 forse in Ascoli Piceno
STILE
Carlo Crivelli è il grande interprete della cultura e del gusto di “provincia”:
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POLITTICO DI SANT’EMIDIO
1473
La straordinarietà di questa opera sta nel fatto che, collocato il polittico nel 1473 nella cattedrale di Ascoli Piceno, non è stato mai rimosso, mantenendosi integro. La commissione è del vescovo Prospero Caffarelli.
Il polittico è a tre registri. Nel registro mediano è la Madonna col Bambino in trono e quattro scomparti laterali con santi a figura intera: San Pietro, San Giovanni Battista, Sant'Emidio e San Paolo. Nel registro superiore è una Pietà al centro e quattro santi laterali a mezza figura: Santa Caterina d'Alessandria, San Girolamo, San Giorgio e Sant'Orsola. In basso la predella simula un'arcata dove si affacciano il Cristo benedicente e dieci apostoli.
I santi, pur rinchiusi ciascuno nel proprio scomparto, dialogano indirettamente l'un l'altro, incrociando pose e guardi in modo da evitare ripetizioni.
La Madonna col Bambino è seduta su uno sfarzoso trono marmoreo, dal gusto classico e ornato da una ghirlanda di fiori e frutta derivata dai modelli padovani. La Madonna appare elegante e dalle linee affusolate. Gesù bambino tiene in mano una mela richiamo al peccato orginale.
La Pietà esprime una forte drammaticità. I volti ravvicinati creano una forte tensione emotiva. L’effetto drammatico è ancor più accentuate dall’estremo realismo con cui Crivelli tratta ciascun soggetto.
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ANNUNCIAZIONE
DI ASCOLI PICENO, 1486
L'Annunciazione di Ascoli, o Annunciazione con sant'Emidio, è un dipinto a tempera e oro su tavola trasportato su tela di Carlo Crivelli, datato al 1486 e conservato nella National Gallery di Londra. È firmato OPVS CAROLI CRIVELLI VENETI 1486.
LA STORIA
La pala fu dipinta per la chiesa della Santissima Annunziata dei Frati minori osservanti e porta l’iscrizione LIBERTAS ECCLESIASTICA. La città aveva visto revocata l’autonomia amministrativa ottenuta un secolo prima. Furono quindi inviati due cittadini per rinnovare la richiesta. Il papa nominò un commissario per monitorare la situazione. I cittadini, però, interpretarono la visita del commissario come concessione della Libertas accogliendo il commissario con grandi celebrazioni. Di fronte al fatto il pontefice dovette accettare. Era il 25 marzo, festa dell’Annunciazione. Per celebrare l'evento la città commissionò un’opera a Crivelli, purtroppo finita alla National Gallery di Londra.
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ANNUNCIAZIONE
DI ASCOLI PICENO, 1486
1390 LIBERTAS ECCLESIASTICA
DESCRIZIONE E STILE
La scena è ambientata in una via cittadina. Un raggio di luce, che accompagna la colomba dello Spirito Santo, entra in casa di Maria umilmente inginocchiata davanti al leggio su cui stava consultando le Scritture. La stanza della Vergine è ritratta con cura del dettaglio con elementi simbolici: una bottiglia di vetro, simbolo di purezza, e una candela accesa, simbolo di fede. I Frutti rimandano alla fecondità di Maria e al peccato originale. La finestra con grata, rappresentata con padronanza della prospettiva, contiene un alberello in vaso, allusione all'hortus conclusus.
Presenti alcuni elementi di virtuosismo prospettico ispirato all'arte padovana, ancora rimandi alla cultura Tardogotica e alle influenze fiamminghe. Ma gli edifici in prospettiva dimostrano l’accoglienza delle novità artistiche fiorentine.
STEMMA ASCOLI PICENO
STEMMA PAPA INNOCENZO VIII
STEMMA PROSPERO CAFFARELLI
LEON BATTISTA ALBERTI
(1404-1447)
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VITA E FORMAZIONE
Leon Battista Alberti è stato un architetto, pittore, scultore e scrittore. Figlio di un banchiere fiorentino esiliato a Genova.
Studia a Padova, poi a Bologna, apprezzato latinista, tanto da scrivere una commedia in latino ritenuta una scoperta di età romana.
Vive soprattutto a Roma alla corte del Papa Eugenio IV, ma viaggia molto.
A Firenze entra in contatto con Brunelleschi e con una cultura umanista forte, nel segno del neoplatonismo, ritrovandosi intellettuale tra intellettuali.
I TRATTATI
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La bellezza è accordo e armonia delle parti in relazione a un tutto al quale esse sono legate secondo un determinato numero, delimitazione e collocazione, così come esige la concìnnitas, cioè la legge fondamentale e più esatta della natura.
Leon Battista Alberti, De re aedificatoria, IX, 5
SISTEMA COSTRUTTIVO DI LEON BATTISTA ALBERTI
Leon Battista Alberti è oiù aderente all’architettura antica rispetto a Brunelleschi.
Per l’Alberti la colonna deve sostenere la trabeazione, mentre l’arco deve essere costruito sopra i pilastri.
La colonna ha funzione di sommo ornamento.
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TEMPIO MALATESTIANO
ca 1450
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TEMPIO MALATESTIANO
STRUTTURA ESTERNA
Particolare dei pilastri del Colosseo
Acquedotto romano di Segovia, Spagna
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TEMPIO MALATESTIANO
FACCIATA
Arco Augusto di Rimini, , 27 a.C.
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TEMPIO MALATESTIANO
COPERTURA
Basilica di San Marco a Venezia
ADESSO PROVA TU!
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1.Individua la committenza dell’edificio
2.Scopri la destinazione dell’edificio e il motivo della sua realizzazione da parte del committente
3.Fai una descrizione formale dell’intervento di Leon Battisti Alberti
4.Individua gli aspetti caratteristici del linguaggio albertiano provando a fare un confronto con Brunelleschi
Palazzo Rucellai, Firenze
Santa Maria Novella, Firenze
Chiesa di San Sebastiano, Mantova
Chiesa di Sant'Andrea, Mantova